Tragedia del potere e del dovere immersa nel grottesco; dramma dell’amore filiale e del tradimento; affresco di un mondo piombato nel caos, Appare quasi naturale che il Re Lear di Michele Placido – in scena al Teatro Carignano di Torino dal 18 al 30 novembre - si aggiri in una desolata periferia industriale, dalle cui macerie fanno capolino le icone spezzate di regnanti post-moderni, da Kennedy a Lenin, dalla regina Elisabetta a Bin Laden.
All’inizio del dramma, Lear rinuncia al suo ruolo, spogliandosi della corona per tornare uomo tra gli uomini e ≪gattonare verso la morte≫. Ma come un bambino, con un ultimo capriccio da re prima di passare le consegne, pretende che le figlie gli dimostrino a parole il loro amore: la schietta Cordelia, incapace, al contrario delle sorelle, di ipocrisia e adulazione, viene ripudiata per questo.
Un nutrito cast affianca in scena lo stesso Placido (anche regista, insieme con Francesco Manetti); tra gli interpreti figurano Gigi Angelillo, Federica Vincenti, Giulio Forges Davanzati e Brenno Placido.